1983 // Yen Records

Danzindan-Pojidon

Inoyama Land

Gli Inoyama Land sono due tizi giapponesi che negli anni 80 giocavano tra sintetizzatori e strumenti tradizionali di ogni tipo. Insieme a tanti altri artisti giapponesi, erano l’avanguardia del Kankyö Ongaku, il movimento che adattava l’ambient immaginato da Brian Eno alla sensibilità (e al boom economico) giapponese. Il loro primo disco, Danzindan-Pojidon, è un piccolo mondo sonoro che racchiude nei suoi appena cinquanta minuti tutta la musica assolutamente inconfondibile che il duo sviluppava tra spettacoli, live, mostre, atti teatrali ed esperimenti ambient. Dalla prima nota entriamo in una realtà parallela, a metà tra le profondità marine ed un bosco incantato. Perché i due produttori – Makoto Inoue e Yasushi Yamashita – hanno un talento unico nel creare melodie dolcissime e quasi infantili, nel tratteggiare attraverso la loro musica un universo estraneo dal tempo e dallo spazio. Pastorale, dicono.

Si parte dagli intrecci di pianoforte e synth della canzone iniziale, Shuffer, che gioca tra echi e riverberi che ricordano un lago increspato dalle gocce sottili della pioggia. Gli Inoyama Land non si fermano mai ad un ambient classico, ma sperimentano e mescolano melodie ambientali a strumenti di ogni tipo, molti dei quali provengono probabilmente dalla tradizione giapponese, come in Glass Chime e Pon.

A metà album c’è il capolavoro: la psichedelica Wasser, che mescola ad un nostalgico sintetizzatore una melodia ipnotica e spiraleggiante. Una di quelle canzoni che chiedono soltanto di chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal rincorrersi e sfuggirsi delle note e dallo stratificarsi delle melodie. Il disco continua tra esperimenti elettronici (Collecting Net) e danze al sintetizzatore (Apple Star). La perfetta 8 31 conclude l’album, con la sua melodia emozionante di organo e tutto il sapore di un addio.

Gli Inoyama Land conservano sempre il sapore della soffitta: quella nostalgia velata di un tempo imprecisato e che non tornerà più, e quel gusto analogico e imperfetto della loro musica. Ogni suono è lavorato e raffinato alla perfezione, ma continua nonostante tutto a mantenere la grana di una vecchia pellicola fotografica.